Stasera per la prima volta in (quasi) 41 anni di vita, sono andata al cinema da sola. Ebbene si, non mi era mai capitato e allora ho deciso che mi sarebbe piaciuto farlo.

Ho visto, in una sala gremita di adolescenti e adulti divertiti, Inside Out 2 e, come immaginavo, mi è piaciuto moltissimo (e ve lo consiglio). Per chi non conoscesse la storia, il film segue la crescita di Riley che nel primo capitolo abbiamo lasciato bambina alle prese con il trasloco a San Francisco, imparando a conoscere le sue emozioni: Gioia, Tristezza, Rabbia, Disgusto e Paura. Nel sequel, Riley si affaccia all’adolescenza, e agli stravolgimenti che questa comporta per consentirci di crescere e iniziare a diventare le persone che saremo da adulte, introducendo in questo meccanismo nuove emozioni e nuove sfide. Non aggiungo altro perché non voglio fare spoiler, ma credo siano due film che lascino diversi spunti di riflessione, soprattuto per noi adulti. E diverse risate, devo dire.

Ad un certo punto, in un passaggio molto delicato, Gioia esclama

“Forse è quello che succede, crescendo si affievolisce la gioia”

e mi è tornato in mente un post che ho intercettato alcuni giorni fa (ma che da una ricerca rapida fatta ora scopro essere in giro da almeno dieci anni) che riportava come i bambini ridessero fino a 400 volte al giorno mentre gli adulti 15*, e terminava chiedendo al lettore: la domanda giusta non è “Perchè ridi?” ma “Perchè non ridi più?”

E riflettevo su come la vita potrebbe essere decisamente una esperienza diversa se ci sforzassimo di regalarci una risata, e un pochino di leggerezza, ogni tanto. Magari una piccola cosa, raccogliere un fiore, osservare le stelle, assaporare un dolcino, ridere, fare una telefonata, ecco, insomma, aggiungere nel trambusto quotidiano una piccola, piccolissima azione, che ci regali gioia. Sono tornata a casa dal cinema dopo una piacevole pedalata in sella alla mia fedelissima bicicletta, ho assaporato delle more mentre in balcone guardavo la luna in silenzio, ed ho pensato che per oggi posso andare a dormire felice così.

Buonanotte a tutti!

Io, nel secolo scorso (1999) , una Gioia ante litteram 🙂

Io, venticinque (!!!) anni dopo, decisamente più simile a Tristezza :-P, ma grata dell’opportunità di vedere come ci si possa evolvere con gli anni che passano <3

Lucky (wo)man

PS: Mentre cercavo il titolo da dare a questo post, mi è tornato in mente questo brano dei Verve, tratto dall’album Urban Hymns del 1997, e ho decisamente preso spunto dal testo della canzone. E’ buffo come a volte delle associazioni mentali non proprio coscienti restituiscano qualcosa che sia proprio adatto, e nel rileggere il testo vedo diverse sovrapposizioni su come mi sento oggi.

Buon ascolto –>

The Verve – Lucky Man

Happiness, more or less
It’s just a change in me, something in my liberty
Oh, my, my
Happiness, coming and going
I watch you look at me, and watch my fever grow
And I know just where I am

But how many corners do I have to turn?
How many times do I have to learn
All the love I have is in my mind?

But I’m a lucky man
With fire in my hands

Happiness, something in my own place
I’m stood here naked, I smile and I feel no disgrace
With who I am

Happiness, coming and going
I watch you look at me, watch my fever grow
And I know just who I am

And how many corners do I have to turn?
How many times do I have to learn
All the love I have is in my mind?

I hope you understand
I hope you understand
Oh yeah
You know, you know, you know, you know
You know, you know, you know, you know
Got a love that’ll never die, no, no (you know, you know)

Happiness more or less
It’s just a change in me, something in my liberty
Happiness, coming and going
I watch you look at me, watch my fever grow
And I know

Oh, my, my
Oh, my, my
Oh, my, my
Oh, my, my, my, my, my

We got a love that never dies
I got a love that’ll never die
No, no
And I love you, man
Yeah

*non ho trovato la fonte da cui è stata tratta questa informazione, se la conoscete fatemela avere così la aggiungo!


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