I buoni propositi per l’anno nuovo che non ho rispettato.

In un mondo che celebra solo i grandi successi delle nostre vite, oggi stavo riflettendo come, negli scorsi 365 giorni ci siano state tantissime cose che non sono andate come avrebbero dovuto, come avrei voluto o come sarebbe stato meglio andassero. Mentre non scriverò i motivi per cui sono grata a questo anno appena trascorso, perché ci sono e restano felicità custodita nella mia dimensione personale, volevo riflettere insieme su come la narrazione dei traguardi raggiunti, degli highlights dell’anno appena trascorso, sia a volte estremizzata nel romanticizzare le nostre vite, per esporle alla pubblica approvazione (validazione? omologazione? semplice FOMO?). Vi condivido la mia personalissima lista dei fallimenti dell’anno appena trascorso:

I libri che non ho letto.

I chilometri che non ho percorso. Lo sport che non ho fatto.

I film che non ho visto. Gli articoli che non ho scritto.

Il vino che non ho smesso di bere. Gli integratori che non ho preso.

Il podcast che non ho iniziato.

La skin care che neanche sotto tortura mi riesce di pensarci.

I contenuti che non ho creato. I mobili che non ho comprato.

I corsi che non ho tenuto.

Gli amici che non ho visto.

I siti che non ho aggiornato.

Le reazioni emotive che non ho controllato.

I regali che non ho fatto.

I messaggi che non ho mandato. Le telefonate, che ve lo dico a fare.

In questi giorni di indigestione di messaggi social ho avvertito la necessità di riflettere sull’impatto di quello che scriviamo, condividiamo, fotografiamo. Ho pensato che tutti i lati meno luminosi della mia (nostra) vita rimangono fuori dallo spotlight dei media, e a quanti momenti di sconforto, di fatica, di rabbia e tristezza hanno attraversato il mio 2023 ma non hanno lasciato traccia visibile all’esterno, imperscrutabili e corazzati in modo da non essere accessibili agli altri. E quanto le vite di tutti siano lunghe maratone fatte di alti e bassi, mentre guardate dall’esterno sembrano solo una scintillante e facilissima passeggiata in discesa.

Per il 2024 il mio augurio è, per tutti noi, di avere la capacità di provare gratitudine per quello che abbiamo e di non perdere la speranza di diventare la versione un po’ migliore di noi stessi.

Immagine generata dall’AI con il prompt “a 40 years old woman with glasses and brown red hairs, while scrolling on her smartphone, with a light on her as a spotlight in a dark place, like a Caravaggio painting “


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