Sono donna, ho 33 anni, mi sono appena sposata: candidata perfetta per la maternità, ed ecco n-mila adv su facebook e youtube. E’ pubblicità, lo comprendo, a me *adesso* non interessa e dunque clicco e vado avanti. In fondo è quello che succede anche nella vita offline, in una ipotetica tag cloud delle domande più chieste alle coppie “quando lo fate un figlio?” la metto al primo posto ex-aequo con “quando vi sposate?”. Ma non c’è una accezione negativa in quanto ho appena scritto, è una constatazione di un dato di fatto: il naturale corso della vita.
Oggi però il lieve disagio di essere nel target per le pubblicità (mi ricordano di non essere più così giovincella) pro clear-blue, contro la parodontite in gravidanza e compagnia bella lascia il posto ad una grande indignazione: sono arrabbiata per l’iniziativa del fertilityday.
Si tratta di una giornata per celebrare la “maternità” (e la paternità?) con eventi di informazione in merito alla fertilità. Peccato che siano stati in grado di trasformare buone premesse in un accozzaglia di loghi comuni, stereotipi e mancanza di rispetto.
Impressioni, grafiche e non, a caldo
Iniziamo dal logo, (come è possibile vedere nel banner online sul sito del Ministero della Salute) che dice già tutto: un bel cuoricino rosa e un font divertente che sembrano sponsorizzare la prossima puntata di Violetta su Disney Channel.
Nella homepage del sito, una serie di post parlano delle problematiche connesse alla fertilità. lniziamo con una associazione di immagine davvero originalissima a corredo del post che parla dell’infertilità maschile.
Più avanti invece troveremo l’immagine della cicogna. Ma a chi si stanno rivolgendo? Stanno parlando di salute e lo stanno facendo ad adulti, mica a preadolescenti.La tragedia però arriva nella sezione del sito denominata Cartoline, nella quale si possono vedere cose di questo tipo:
(A parte l’incredibile brainstorming per ottenere questi discutibili slogan, qualcuno mi spiega perché non hanno pagato due lire per acquistarle le foto? Ma soprattutto quanti soldi della collettività sono stati investiti in questo progetto di (cattiva) comunicazione? )
Purtroppo il sito al momento in cui scrivo (17:30) è offline. Qualcuno starà cercando di correre ai ripari ma la figuraccia colossale è già fatta. Ed infatti cominciano ad esserci articoli, discussioni nei gruppi (interessantissimi gli spunti di riflessioni sul gruppo delle #socialgnock) e azioni sparse sui social media. Perfino un mio tweet finisce su Repubblica ma rimane senza risposte:
In conclusione
Al Ministero della Salute hanno deciso di trollare, nell’ordine
- quelli che vorrebbero dei figli ma non possono averli,
- quelli che vorrebbero dei figli ma non hanno la possibilità di mantenerli,
- quelli che potrebbero averli i figli ma solo se avessero i soldi per curarsi.
La ciliegina è nell’ultima riga del piano della fertilità, dove si pala di ” prestigio della Maternità”. Ad uscirne sconfitte su tutta la linea, facendo un bel salto indietro di secoli, le Donne: inutile, c’è speranza per noi di realizzazione solo in quanto Madri. E ci dobbiamo anche sbrigare, darci una mossa, mettere da parte le aspirazioni, non provare a realizzarci, perché l’orologio biologico ticchetta. Non conta avere un partner con cui metterlo al mondo questo figlio, costruirci un rapporto, no, dobbiamo solo fare figli finchè siamo giovani. Perché la fertilità è un bene comune (?), quindi sia mai che anteponga il mio egoismo allo Stato.
O così appare dalla comunicazione del fertilityday: l’unico (?) problema è che i figli in Italia si fanno tardi.
La questione è complessa, necessiterebbe di una serie di approfondimenti, ma a mio avviso uno dei fattori più rilevanti è il lavoro. Volete che in Italia si facciano i figli? Date ai giovani (e non solo) la possibilità di sostenersi economicamente, dategli contratti che guardino al futuro, fate in modo che le mamme possano continuare a lavorare e contrastate la discriminazione nei confronti delle “potenziali mamme”. Non basta un fertilityday a cancellare vagonate di dimissioni firmate in bianco.
Approfondimenti
https://abbattoimuri.wordpress.com/2016/08/31/fertilityday-la-fertilita-non-e-un-bene-comune/
Piano Nazionale per la fertilità
http://www.socialmediacoso.it/2016/09/01/con-il-fertility-day-la-comunicazione-in-italia-e-morta/
http://meetthecohens.com/2016/08/uteri-ne-abbiamo/
5 commenti
RICCARDO · Agosto 31, 2016 alle 6:25 pm
Brava Francesca! Hai toccato il cuore dei problemi
Grazia · Agosto 31, 2016 alle 7:20 pm
Sembra che il Ministero abbia fatto un vero e proprio salto nel tempo o un salto in un calderone stracolmo di pregiudizi e luoghi comuni. L’invito “andate a procreare e fatelo in fretta altrimenti vi fate vecchie” è un’offesa all’intelligenza femminile, a tutte quelle donne che prima di mettere al mondo un figlio vogliono realizzarsi, vogliono garantirsi un minimo di stabilità economica, vogliono costruire una famiglia basata sull’amore.
Ci sarebbe molto da dire, cara Francesca, ma sei stata chiarissima nel tuo articolo che condivido in pieno, in ogni suo punto. E poi, concedimelo: ma dove sta scritto che una donna per realizzarsi deve necessariamente fare figli? Dove? Una donna, così come anche un uomo, può essere felice anche senza figli.
Sergio · Settembre 1, 2016 alle 6:50 am
Ottima disamina. Brava Francesca.
ManuManù · Settembre 1, 2016 alle 8:49 am
Come non essere d’accordo con ogni singola frase…parola scritta in quest’articolo.
Da donna di 33 anni (come te amica mia) mi sono sentita chiamata in causa e non posso che sentirmi indignata nel vedere quelle cartoline oscene… “Datti una mossa” … “la fertilità ha un’età”, ma chi lo dice che fare figli, sposarsi e, quindi, costruirsi una famiglia sia un obbligo per tutte le donne.
#fertilityday…campagna decisamente di pessimo gusto che dimostra una mancanza di rispetto e di sensibilità nei confronti dei sogni e possibilità delle donne.
Ps concedimi una nota personale: sono orgogliosa di avere un amica come te…adoro leggere i tuoi articoli (fallo più spesso ehehe)
Fabiano · Settembre 1, 2016 alle 11:33 am
Splendida analisi, la vera vittoria è con la conquista di maggiori diritti per il lavoro delle donne.
Arriviamo all’università rispetto ai nostri concittadini europei, con una formazione, spesso, di minore qualità.
Hanno allungato la vita universitaria con riforme che dovevano accelerare il percorso di studi ma lo
hanno de-facto rallentato.
Nel mondo del lavoro poi chiedono giovane età con esperienza ed i primi contratti sono tirocini/apprendistato e spesso si allungano per anni.
Quando poi cambi lavoro magari hai una situazione sentimentale stabile e questo spaventa, ci si terrorizza nell’assumere una potenziale madre.
Se una donna ha poi una gravidanza deve lavorare, anche viaggiare, fino al nono mese.
Nato il figlio si torna al lavoro troppo presto.
Nessun incentivo per gli asili e per assistenza a quelle giovani coppie che si trovano lontane dalle famiglie che possono dare un supporto.
Tutto questo esiste, e loro cosa fanno, volgarmente ti dicono muoviti.
Meritate un sentito, profondo, sincero e tenero Vaffanculo.
Il pessimo gusto purtroppo esiste, pessimi ministri purtroppo rappresentano solo loro stessi. Questa gente è li, ma nessuno li ha votati, nessuno li ha cercati, un governo delegittimato infondo può anche permettersi figure di merda come queste, perché non rappresentando nessuno la figura di merda è solo per loro.
Il popolo italiano è migliore della gente che lo rappresenta.
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