Divano, tisana ai frutti di bosco e There is a light that never goes out degli Smiths in sottofondo. Prendo il computer e vado a curiosa su Coursera (che sembra quasi un gioco di parole) e mi perdo nel catalogo dell’offerta formativa. Per il #fridaylearning, anticipo di qualche ora e vi voglio raccontare qualcosa a proposito dei MOOC.
Potrebbe essere un verso onomatopeico o una parola inventata, invece si tratta di un acronimo: Massive Online Open Course, corsi online, open cioè aperti su larga scala. Eh?
In altre parole, si tratta di corsi fruibili online da chiunque in qualsiasi parte del mondo grazie ad un device connesso alla rete internet. L’aspetto particolarmente interessante è che molti di questi sono organizzati da università prestigiose: MIT, Harvard, Stanford, solo per citarne alcune. Ma come siamo arrivati a questo risultato?
Il passato (prossimo)
Per capire la realtà che ci circonda è necessario conoscere: l’esigenza di imparare non è una invenzione del web 2.0, ma una costante dell’essere umano. Quello che cambia, si evolve, sono le modalità per farlo. Per restringere il campo alla formazione a distanza, si identificano tre momenti specifici caratterizzati dall’utilizzo di mezzi diversi:
- Prima fase: attraverso la posta. La formazione a distanza in questo primo momento (metà dell’Ottocento) è basata su materiale didattico cartaceo e test da rispedire al mittente. La didattica si rafforza in seguito all’introduzione della radio.
- Seconda fase: tramite la televisione. L’introduzione di questo nuovo mezzo (anni Sessanta) porta con sé una grande rivoluzione (non solo nella comunicazione) di massa: una su tutte, l’alfabetizzazione degli italiani operata dal maestro Manzi. La fruizione del materiale didattico trae nuova linfa anche dall’introduzione delle video cassette, che rendono possibile fruire dei contenuti educativi anche in modalità asincrona.
- Terza fase: diffusione del digitale, a partire dagli anni ottanta. Tappa miliare è l’introduzione del computer e la diffusione sempre più capillare della possibilità di connettersi alla rete internet.
Il presente
Dalla formazione a distanza classica, passando per l’e-learning (ma di questo ne parleremo in un altro post) fino ai MOOC il passo è breve. Il termine è stato coniato nel 2008 dal professor George Siemens della Athabasca University durante il corso Connectivism and Connective Knowledge e diventano effettivamente un fenomeno di interesse globale nel 2011, quando un corso post laurea di intelligenza artificiale erogato dalla Stanford University attira le iscrizioni di circa 160.000 studenti provenienti da 190 diverse Nazioni. Ad oggi, le piattaforme più utilizzate a livello internazionale sono: Khan Academy, Coursera, Edx, Udacity.
Tutte offrono un ricchissimo catalogo di corsi in tantissimi ambiti disciplinari: io utilizzo Coursera (dove sto seguendo il corso di Social Computing della University of California, San Diego) ed Edx (attendo ad aprile il corso su HTML5 a cura del W3C) e sono sempre alla ricerca di nuove, stimolanti, sfide educative.
Il futuro (IMHO)
Quasi tutte le piattaforme consentono, dopo il pagamento di una piccola somma, di sostenere degli esami con rilascio di un certificato validato dalla piattaforma stessa.
In un momento storico in cui l’esigenza di conoscere unita al saper fare acquista maggiore autorevolezza quando associata a certificati (anche online) a mio parere le piattaforme si evolveranno sempre più in questa direzione. Un’altra evoluzione in atto al momento è quella di affiancare ai singoli corsi delle vere e proprie specializzazioni online (anche dei master) costituite da più corsi raggruppati, con certificato previo superamento degli esami, dietro compenso di una quota monetaria.
Credo che il modello di business di queste piattaforme in realtà non si sia completamente assestato e definito, osserviamo come si evolve lo scenario.
Lo scenario italiano
Durante la stesura di questo post, mentre ricercavo link da segnalare ho consultato la pagina dedicata ai MOOC della Wikipedia, prima la versione italiana e poi quella inglese:
La differenza culturale, di approccio, di interesse in merito all’argomento è riassunta tutta qui: un fenomeno di proporzioni globali, al quale possono accedere tutti e dal quale traggono vantaggio coloro i quali parlano la lingua inglese (e che si rispecchia anche nella ricchezza di contenuti della pagina wikipedia). Controllando nelle diverse piattaforme infatti Coursera eroga 1454 corsi in lingua inglese. Di questi, sono disponibili i sottotitoli in lingua italiana per 17 di essi, mentre risulta in attivazione UN SOLO corso in italiano (La visione del mondo della Relatività e della Meccanica Quantistica). Anche negli 867 corsi erogati su Edx è presente un unico corso in italiano. Su Udacity e Khan Academy non mi risulta neanche uno in lingua italiana.
Su Coursera sono presenti solo due università italiane:
Ora, sicuramente l’utenza target che frequenta queste piattaforme è chiaramente anglofona, ma secondo me stiamo perdendo una occasione interessante per avere formazione con standard qualitativi molto elevati a costo praticamente 0. Avere la possibilità di frequentare, seppure non fisicamente, un corso tenuto da docenti di Harvard per me è una occasione troppo ghiotta da lasciarsi sfuggire. Questo dal punto di vista dello studente, mentre dal lato delle università italiane potrebbe rivelarsi una ottima vetrina delle potenzialità della formazione offerta in Italia, che per molti aspetti, non ha molto da invidiare alle altre nazioni.
Interessante notare che vi sono realtà a livello universitario italiano che si stanno affacciando o già utilizzano (esempio l’Università della Calabria) tecnologie a supporto della didattica ed allo scopo di accompagnare nel percorso di life wide learning cui ognuno di noi dovrebbe tendere. Di questo e dell’e-learning in senso lato ne parleremo nei post futuri: nel frattempo, se avete link in merito da segnalare, sarei felice di ampliare le mie conoscenze.
5 commenti
Francesca · Febbraio 19, 2016 alle 12:51 pm
Davvero interessante! Una bella scoperta! Grazie!
Francesca Florence · Febbraio 20, 2016 alle 10:41 am
Grazie Francesca! Mi fa molto piacere, ci rivediamo ai prossimi #fridaylearning 🙂
gallo Barbara · Marzo 8, 2016 alle 5:52 pm
Interessante . Bisognerebbe proporre questo tipo di lavoro anche a persone adulte come studio permanente
Adotta1Blogger perché... la conoscenza va condivisa - francescablog · Maggio 10, 2016 alle 11:49 am
[…] l’articolo adottato è, tra quelli che ho scritto, uno dei miei preferiti “Impara dai migliori: Harvard a casa tua“. Ed io le sarò sempre grata per avermi fatto scoprire una applicazione virtuosa delle […]
Vorrei studiare fotografia a New York! - francescablog · Febbraio 24, 2017 alle 12:57 pm
[…] Seeing through photographs è un MOOC e si sviluppa in sei settimane, con un impegno stimato di 1-2 ore di studio e lo trovate su Coursera (se ti stai chiedendo cosa sia Coursera e ti sei perso cosa siano i MOOC te lo spiego: guarda quante cose belle puoi imparare –> IMPARA DAI MIGLIORI: HARVARD A CASA TUA […]